Stati Uniti all’assalto delle aziende europee per indurle a spostarsi e approfittare così dei vantaggi concessi dall’amministrazione Biden. Malgrado le controffensive annunciate dalla presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, il rischio di un esodo verso gli Usa è davvero concreto, tra incentivi e costi decisamente più bassi.
Stati Uniti in tour in Europa
Come riportato dal Financial Times, i funzionari economici di diversi stati americani hanno intensificato i loro sforzi per attirare le società europee che investono in energia pulita presentando le grandi agevolazioni fiscali disponibili per i soggetti economici stranieri. Delegazioni provenienti da Michigan, Georgia, Ohio e altri stati hanno girato l’Europa portando come biglietto da visita i sussidi offerti dall’Inflation Reduction Act, la legislazione sul clima di Joe Biden approvata ad agosto.
“Non penso che abbiamo mai reclutato aziende così attivamente come stiamo facendo adesso“, ha detto Justin Kocher, direttore degli affari internazionali per JobsOhio. I funzionari dell’Ohio hanno incontrato aziende cleantech in Germania, Italia e Belgio negli ultimi quattro mesi. La legislazione varata dagli Usa concederà circa 370 miliardi di dollari in sovvenzioni per l’energia pulita, lo stanziamento più grande di sempre varato per affrontare il cosiddetto cambiamento climatico.
La campagna acquisti Usa continua
Valdis Dombrovskis, commissario europeo per il commercio, ha dichiarato la scorsa settimana che la lotta contro il cambiamento climatico deve essere combattuta “costruendo catene del valore transatlantiche, non lacerandole“.
Ma la campagna degli degli Stati Uniti si è intensificata, comprese le visite al World Economic Forum di Davos la scorsa settimana da parte dei governatori di Michigan, Georgia e Illinois, nonché del senatore Joe Manchin del West Virginia, un democratico che è stato uno degli architetti dell’Inflation Reduction Act. Il governatore della Georgia, il repubblicano Brian Kemp, ha presentato il suo stato come destinazione ideale di investimento in tecnologie pulite, in occasione di un pranzo ospitato dal forum.
“Sono stupito dalle numerose attività dei governi statali, che hanno cercato di attirarci“, ha dichiarato Gunter Erfurt, CEO di Meyer Burger, un produttore di pannelli solari con sede in Svizzera. “Se l’UE non presenta qualcosa di simile allora possiamo continuare a crescere all’esterno, in particolare negli Stati Uniti, piuttosto che continuare a investire in Europa”. La società ha infatti una sede in Arizona.
Il primo ministro belga Alexander De Croo si è lamentato del “modo molto aggressivo” in cui gli Stati Uniti hanno lanciato le società dell’UE. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto ai delegati a Davos che la “necessità di essere competitivi con le offerte e gli incentivi attualmente disponibili al di fuori dell’Unione europea” potrebbe portare l’UE ad allentare le proprie restrizioni sui sussidi.
I sussidi funzionano

Almeno 20 impianti di produzione di energia pulita nuovi o ampliati sono stati annunciati negli Stati Uniti dall’arrivo degli incentivi, secondo quanto dichiarato dall’American Clean Power Association. Più della metà proviene da società straniere. A ottobre, BMW ha dichiarato che avrebbe speso 1,7 miliardi di dollari per la nuova capacità di produzione di veicoli elettrici e batterie nella Carolina del Sud. La sudcoreana Hanwha Q-Cells questo mese ha annunciato un’espansione dell’impianto solare da 2,5 miliardi di dollari in Georgia.
Chris Camacho, CEO del Greater Phoenix Economic Council in Arizona, ha fatto intendere che è in corso una grande concorrenza tra gli stati americani per accaparrarsi gli affari europei più ghiotti. “Stiamo lavorando con un certo numero di aziende cleantech europee che stanno costruendo il loro modello e si aspettano di accedere agli incentivi americani”
Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan, ha guidato una delegazione statale nella sua prima missione in Europa, con tappe anche in Svizzera e Norvegia. Ha esortato gli investitori a “venire in Michigan“, aggiungendo che oltre al Chips and Science Act recentemente approvato e progettato per aumentare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti, si inseriscono gli incentivi di Biden per incentivare la produzione.
Tom Jensen, CEO di Freyr, società norvegese di batterie che ha annunciato la realizzazione di una fabbrica di batterie da 2,6 miliardi di dollari in Georgia è stato chiaro: l’Europa deve introdurre il proprio pacchetto di sussidi se vuole rimanere competitiva.