Putin passa all’azione e ordina la mobilitazione parziale con il richiamo di circa 300 mila riservisti. Le sue parole contro l’Occidente non sembrano lasciar presagire niente di buono con lo spettro che l’Ucraina possa diventare terreno di scontro diretto con la Nato. Ma c’è anche chi vede in tutto questo un qualcosa di tattico, paradossalmente preludio ad una soluzione diplomatica.
Le parole di Putin
Riferendosi alla controffensiva ucraina, Putin conclude così il suo discorso. “Tali attacchi terroristici, anche con l’uso di armi occidentali, vengono sferrati nelle aree di confine delle regioni di Belgorod e Kursk. La NATO sta conducendo ricognizioni attraverso le regioni meridionali della Russia in tempo reale e con l’uso di sistemi moderni, aerei, navi, satelliti e droni strategici. Washington, Londra e Bruxelles incoraggiano apertamente Kiev a spostare le ostilità sul nostro territorio. Dicono apertamente che la Russia deve essere sconfitta sul campo di battaglia con ogni mezzo, e successivamente privata della sovranità politica, economica, culturale e di qualsiasi altra cosa e saccheggiata.
Sono persino ricorsi al ricatto nucleare. Mi riferisco non solo al bombardamento, incoraggiato dall’Occidente, della centrale nucleare di Zaporozhye, che minaccia un disastro nucleare, ma anche alle dichiarazioni di alcuni alti rappresentanti dei principali paesi della NATO sulla possibilità e sull’ammissibilità di usando armi di distruzione di massa – armi nucleari – contro la Russia.
Vorrei ricordare a coloro che fanno tali affermazioni sulla Russia che anche il nostro paese ha diversi tipi di armi, e alcune di esse sono più moderne delle armi che hanno i paesi della NATO. In caso di minaccia all’integrità territoriale del nostro paese e per difendere la Russia e il nostro popolo, faremo sicuramente uso di tutti i sistemi d’arma a nostra disposizione. Questo non è un bluff.
I cittadini della Russia possono stare certi che l’integrità territoriale della nostra Patria, la nostra indipendenza e libertà saranno difese – lo ripeto – da tutti i sistemi a nostra disposizione. Coloro che stanno usando il ricatto nucleare contro di noi dovrebbero sapere che la rosa dei venti può tornare indietro. È nostra tradizione storica e destino della nostra nazione fermare coloro che amano il dominio globale e minacciano di dividere e rendere schiava la nostra Patria. State certi che lo faremo anche questa volta. Credo nel Vostro sostegno”.
Parole Putin, Ue: “attacco a principi Onu”
Non si è fatta attendere la replica occidentale alle parole di Putin. Tra le posizioni espresse in campo europeo è arrivata quella del portavoce della Commissione Europea Peter Stano: “l’annuncio del presidente russo, Vladimir Putin, sulla mobilitazione parziale della Russia è un attacco ai principi fondamentali della comunità internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite e, fondamentalmente, è un attacco contro tutti i Paesi che hanno sottoscritto i principi del diritto internazionale, della sovranità e dell’indipendenza delle nazioni”
Discorso Putin, non tutto è come sembra?
Intervistato dall’Agi, Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa fornisce una chiave di lettura più positiva sui possibili scenari futuri. Oltre ad una eventuale escalation e scontro diretto con la Nato, queste parole potrebbero paradossalmente aprire ad ulteriori negoziati:
“L’obiettivo di Putin non è allargare il conflitto ma alzare la posta per la Nato e l’Occidente. L’iniziativa russa ha lo scopo di congelare il conflitto e, soprattutto, di lanciare un monito: ‘Noi siamo disposti a difendere queste aree in quanto territorio russo, voi siete disposti a fare la guerra alla Russia?’. È un monito rivolto a tutti i Paesi Nato, in particolare a quelli europei, che in questa guerra stanno perdendo tutto. Non ne parliamo mai ma dovremmo tenere conto del fatto che russi e americani non hanno mai smesso di parlarsi e i tentativi di trovare un’intesa non sono mai finiti.
I russi sono pronti a discutere su una base negoziale che consenta loro di tenersi parte dei territori che hanno già occupato; gli ucraini forse no. L’escalation di oggi serve ad alzare la posta e stabilire i paletti sui quali poter avviare una trattativa. Il Cremlino ha segnato una linea: il messaggio è che non c’è l’intenzione di continuare a conquistare territorio ucraino ma quella di rafforzare le aree conquistate finora, dalle quale i russi non intendono spostarsi. Vedremo entro una settimana se su questo punto c’è la possibilità che l’Europa induca l’Ucraina ad accettare un negoziato“.