Da questo mese pannelli fotovoltaici obbligatori in Svizzera. La crisi energetica sta portando a velocizzare l’agenda green e si aprono scenari che presto potrebbero riguardare l’Italia. In più dagli operatori del settore arriva la richiesta di considerare questo un ambito strategico e quindi da proteggere ad esempio dalla concorrenza cinese. E se la sensibilità di fronte a queste tematiche sta crescendo emergono anche contraddizioni come la crescita della vendita e dell’uso di jet privati che certo non aiutano l’ambiente.
Svizzera, pannelli solari obbligatori (non per tutti)
A partire da questo mese di ottobre gli edifici di nuova costruzione svizzeri saranno obbligati a installare pannelli fotovoltaici. Lo ha deciso il Parlamento di Berna che ha accolto un progetto del governo. C’è però un limite, il provvedimento infatti non riguarderà tutti i nuovi edifici ma solo quelli di almeno 300 metri quadrati. Ogni singolo Cantone potrà comunque allargare la platea e introdurre criteri più restrittivi. Lo stesso provvedimento ha riguardato anche la costruzione di grandi impianti di pannelli fotovoltaici nelle zone di montagna, in grado di produrre almeno dieci gigawatt di potenza, superando le lamentele degli ambientalisti, schierati per difendere il paesaggio.
A suscitare i timori soprattutto l’installazione di 4500 pannelli fotovoltaici a circa 2000 metri di altezza al confine tra la Svizzera e il Piemonte. Già oggi la Svizzera ha statistiche interessanti con il 66% dell’elettricità prodotta che deriva da centrali idroelettriche, il 20% dal nucleare. Circoscrivendo il dato al solare, la Svizzera produce da pannelli fotovoltaici 412 watt pro capite, piazzandosi al nono posto a livello globale. Un paese, quello svizzero, che lo scorso anno vedeva comunque nella Russia la principale origine del gas utilizzato.
Eolico, occhio ai cinesi

Non solo pannelli fotovoltaici. Tra i settori più interessanti da seguire c’è quello legato all’eolico. E le società che operano nel settore a livello europeo chiedono attenzione da un potenziale pericolo. Il numero uno di Siemens Gamesa (terzo produttore al mondo di turbine), Jochen Eickholt, ha detto al Financial Times che l’Europa dovrebbe considerare le turbine infrastrutture cruciali e strategicamente vitali, con misure lanciate per sostenerne l’attività. “Se il nostro prodotto è fondamentale per l’infrastruttura dei nostri paesi, devi averlo nelle tue mani. Ciò significa che deve esserci la possibilità di saperlo farlo funzionare e produrne i componenti”.
Per resistere il settore ha dovuto tagliare posti di lavoro e chiudere le fabbriche. L’Unione Europea, nell’ambito del piano RePowerEu, vuole portare la quota rinnovabile della produzione dal 32 al 45% entro il 2030. L’aumento del prezzo di forniture ha avuto un peso rilevante. I produttori sono stati sottoposti a crescenti sollecitazioni da parte dei concorrenti cinesi, spinti dalla rapida adozione del vento nella loro nazione di origine e che di solito riducono notevolmente i costi. I principali produttori cinesi hanno rappresentato nell’ultimo anno il 53,5% delle ultime installazioni internazionali di turbine.
Secondo Eickholt c’è il rischio che il business diventi come quello dei pannelli fotovoltaici, settore dove dominano i produttori cinesi in grado di influenzare la catena di approvvigionamento. I cinesi hanno anche il vantaggio di ricevere il sostegno a livello regionale o nazionale e riescono a spendere per l’innovazione dieci volte più degli europei. Da qui la richiesta del settore eolico di poter godere di una forma di protezione contro questo tipo di concorrenza che andrebbe anche a vantaggio della qualità degli interventi.
Boom Jet privati, non proprio green

E mentre il mantra green aleggia un po’ ovunque anche per bocca dei super ricchi arrivano evidenti contraddizioni su come poi questa sensibilità venga realmente applicata. Honeywell International ha alzato le sue previsioni per le consegne di business jet, già alte per il cambio di abitudini innescato dalla pandemia che ha avvicinato vari acquirenti ai voli privati. La società prevede fino a 8.500 nuove consegne di business jet per un valore di 274 miliardi di dollari dal 2023 al 2032, in aumento del 15% rispetto alle previsioni dello scorso anno, mentre l’utilizzo nel 2022 dovrebbe aumentare del 9%.
La domanda di voli privati è esplosa durante la pandemia poiché i passeggeri più ricchi hanno cercato in questo modo di superare le restrizioni nei viaggi e la paura del contatto con altre persone. Una scelta che sembra destinata a crescere ma non proprio favorevole al tanto decantato ambiente.