Le parole di Macron interrompono la quiete estiva e fanno presagire qualcosa di sconvolgente a breve per l’Europa e i suoi cittadini. La fine dell’abbondanza e l’inizio di una stagione di risparmi e sacrifici con il riferimento ad un grande sconvolgimento in arrivo non lasciano spazi a grandi dubbi. Siamo di fronte ad un cambiamento forse epocale.
Le parole di Macron
Macron ha chiesto di rimanere “uniti” per far fronte alla “fine dell’abbondanza” spiegata in primis come disponibilità “di liquidità”, ma anche “delle tecnologie che pensavamo fossero perpetuamente a nostra disposizione”, e addirittura “dell’acqua”. Le parole del presidente francese vengono pronunciate a margine della prima riunione di governo a Parigi dopo la pausa.
Una sorta di appello il suo rivolto in particolare ai ministri riaprendo il tema della dialettica tra maggioranza e opposizione alludendo ad una sorta di consenso bipartisan che sarà necessario trovare per l’impellenza di un quadro generale sempre più critico.
Un grande sconvolgimento
Macron ha fatto un chiaro riferimento ad un non meglio precisato “grande sconvolgimento” dovuto all’osservare “non solo da questa estate ma da questi ultimi anni, la fine di ciò che potrebbe apparire come un’abbondanza. Dovremmo trarne le conseguenze in termini di finanze pubbliche”. Una sorta di allusione a tagli alla spesa pubblica.
Scarseggiano anche le tecnologie “come abbiamo visto durante la crisi del Covid e come vediamo adesso con ancora più forza anche a causa della rottura della catena del valore”. Il riferimento riguarda le tariffe energetiche collegata alla guerra in Ucraina e i timori sui microchip, essenziali per produrre la gran parte delle tecnologie più diffuse, dovuti anche alle nuove nuove tensioni tra Cina e Taiwan.
L’abbondanza, secondo Macron, è da considerarsi terminata anche per terra, materiali e acqua con tutto ciò che ne consegue sia in Europa, con l’abbassamento del livello dei principali corsi d’acqua che ne ha messo in dubbio la navigabilità, che nel resto del mondo, con la siccità in Canada che ha messo in crisi la produzione dei semi di senape, materia prima necessaria per produrre la mostarda francese.
La possibile reazione dei cittadini
Dopo aver parlato di questi cambiamenti Macron si è concentrato sulla possibile reazione dei suoi cittadini che “potrebbero reagire con grande ansia e di fronte a tutto questo abbiamo dei doveri. Come quello di dire che il regime in cui viviamo ha un costo, la nostra libertà e il nostro futuro richiedono sforzi. Il lavoro ha un ruolo essenziale e la sicurezza e la giustizia sono fondamentali in questo contesto“. Un discorso quello di Macron trasmesso in diretta dalla tv francese come a sottolinearne l’importanza e la crucialità. Parole che hanno suscitato reazioni durissime dall’opposizione.
Il piano d’emergenza italiano
Con il prezzo del gas che continua a schizzare in alto toccando ormai livelli senza argini anche l’Italia si prepara a sterzare. Il governo dimissionario di Mario Draghi sta lavorando ad un documento che dovrebbe arrivare entro i primi di settembre, con misure di riduzione termica, analoghe a quelli francesi e forse anche a quelle tedesche (dove addirittura si ipotizzano limitazioni sull’uso di acqua calda). L’Italia ha bisogno di sostituire 30 miliardi di gas provenienti dalla Russia. La maggior parte, 25 miliardi, derivano da accordi stipulati in questi mesi con altri Paesi, in particolare in Africa. Gli altri 5 miliardi saranno compensati da un maggior ricorso alle fonti rinnovabili e da misure di risparmio termico.

II ministro della Transizione Energetica, Roberto Cingolani, ha parlato di una ipotesi di riduzione di 1 grado dei riscaldamenti, quindi con il tetto a 19 gradi, e taglio di un’ora per edifici pubblici e abitazioni private (chi controllerà gli impianti autonomi? Ci saranno chiusure direttamente dal fornitore?). Questo documento però era stato redatto su un prezzo medio del gas a 205 MHh, ora siamo sopra i 300 euro.
In questi giorni alcune indiscrezioni giornalistiche, citando fonti ministeriali, prefiguravano addirittura una sorta di lockdown energetico, con chiusure anticipate di negozi e locali. Un provvedimento che ricorderebbe molto da vicino quelli adottati nel momento più critico del Covid. Intanto molte attività non ce la fanno più. Come la storica pasticceria Sieni di Firenze che ha deciso di chiudere e liquidare tutto dopo che la bolletta elettrica ha superato i 10.000 euro. Cifre insostenibili e che sono destinate, senza un intervento urgente, a decimare le imprese italiane.
Draghi insiste con il price cap
Dal meeting di Rimini, Draghi insiste sul price cap europeo. “Il governo italiano ha spinto molto a livello europeo per avere un tetto massimo al prezzo del gas russo che importiamo. Alcuni Paesi continuano a opporsi a questa idea, perché temono che Mosca possa interrompere le forniture. I frequenti blocchi di gas russo avvenuti quest’estate hanno dimostrato i limiti di questa posizione. Oggi l’Europa si trova con forniture incerte di gas russo e anche prezzi esorbitanti. La Commissione è al lavoro su una proposta che sarà presentata al prossimo Consiglio Europeo“.