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Più fallimenti e meno nuove imprese in Europa, l’Italia prova a resistere

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Continuano ad aumentare i fallimenti e a diminuire le nuove imprese.  I dati diffusi da Eurostat e relativi al secondo trimestre 2022 mostrano la conferma di una tendenza negativa all’interno dell’Unione Europea. Le registrazioni di nuove imprese europee sono diminuite dell’1,2% rispetto al trimestre precedente in un quadro in cui anche nella fase iniziale dell’anno si era già registrato un -2,3% rispetto al quarto trimestre 2021. In Italia la registrazione di nuove imprese è scesa del 5,2% nel secondo trimestre (-3,5% nel primo). I fallimenti in Europa continuano a crescere per il quarto trimestre consecutivo, mentre il dato italiano dell’osservatorio Cherry Sea ha visto un calo nel primo semestre dell’anno.

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Trasporti e sociale: fallimenti in aumento

I dati pubblicati in sintesi da Eurostat si riferiscono all’analisi Statistic Explained che ha analizzato l’andamento di nuove imprese e fallimenti comparandolo con gli scorsi anni. L’aumento del numero dei fallimenti è cominciato nel terzo trimestre del 2021, dopo un notevole calo dell’11% nel secondo trimestre del 2021 rispetto al primo trimestre. I dati più recenti mostrano che nel secondo trimestre 2022 le dichiarazioni di fallimento sono aumentate del 2,2% rispetto al primo trimestre 2022.

Guardando nel dettaglio i settori coinvolti, tra i settori in controtendenza c’è quello delle costruzioni con una diminuzione del numero di fallimenti nel secondo trimestre del 2022 (-12% rispetto al trimestre precedente). Le altre attività hanno invece evidenziato un preoccupante aumento di default: trasporti e stoccaggio (+16%) attività educative, sanitarie e sociali (+12%) sono state le attività con i maggiori incrementi del numero di fallimenti nel secondo trimestre 2022 rispetto al trimestre precedente.

Il confronto con il periodo pre-pandemia

Rispetto ai periodi precedenti la pandemia (ossia prima del 2020), il numero di dichiarazioni di fallimento nel secondo trimestre del 2022 è stato inferiore nella maggior parte dei settori dell’economia con due principali eccezioni: trasporti, magazzinaggio, alloggi e servizi di ristorazione (dove i fallimenti sono stati più elevati nel 2022 rispetto a prima della pandemia). I maggiori cali del numero di fallimenti rispetto al secondo trimestre del 2022 e al periodo prima della pandemia sono stati registrati nell’industria, nell’edilizia, nell’informazione, nella comunicazione e nel commercio.

Italia, fallimenti in calo

Nelle scorse settimane, analizzando un lasso di tempo più lungo, l’osservatorio Cherry Sea ha fornito i dati sui tribunali fallimentari: nel primo semestre del 2022, nuove procedure in diminuzione in tutta Italia (-20%), in crescita solo a Roma e Firenze.  Nei primi sei mesi del 2022 sono stati iscritti nei tribunali italiani 3957 nuovi fallimenti, circa il 20% in meno di quelli aperti nello stesso periodo del 2021.

 L’osservatorio realizzato dalla startup fintech Cherry srl, ha analizzato l’andamento dei fallimenti nei 140 tribunali italiani alla data del 30 giugno 2022. Nello stesso periodo, inoltre, sono stati definiti 7264 procedimenti, dato leggermente inferiore a quello del 2021 (-6%), e lo stock è stato ridotto a quota 64000 pendenti, in netta diminuzione (-11%) rispetto al dato della fine dello scorso. Dalla fine del 2019 a oggi, in particolare, il volume dei fallimenti giacenti nei tribunali italiani è stato ridotto di quasi il 23%.

La situazione cambia in base alla regione

L’analisi di Cherry Sea ha preso in esame l’attività delle prime venti sezioni fallimentari per volume di attività, ovvero Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. In questi tribunali nel primo semestre dell’anno sono stati aperti complessivamente 2014 procedimenti e ne sono stati chiusi 3465, circa la metà dei rispettivi valori totali nazionali, e al 30 giugno lo stock ammonta a 29100 pendenti.

Il primo tribunale per numero di nuovi procedimenti è Roma con 387, numero tuttavia inferiore di oltre il 50% rispetto a quello del primo semestre 2021 (878); seguono Milano con 317 (-60% rispetto a giugno 2021) e Catania con 138 (-45%). All’altra estremità della classifica, i tribunali con il minor numero di nuove iscrizioni sono Treviso (38), Busto Arsizio (36) e Cagliari (35).

In generale, per tutti i venti tribunali in questi sei mesi si è registrata una diminuzione di nuove pratiche aperte rispetto al primo semestre del 2021. Quanto a procedimenti definiti, il primo tribunale in Italia è Milano, che nel semestre ha portato a termine 709 pratiche, dato tuttavia nettamente inferiore (-44%) rispetto a quello della prima metà del 2021. Seguono Roma con 353 (-53%) e Bergamo con 225 (-43%). Le sezioni che hanno chiuso meno procedimenti, invece, sono Modena con 89 (-60%), Genova con 79 (-43%) e Firenze con 74 (-71%).

Le regioni, invece, in cui è concentrato il maggior numero di pendenti sono Lombardia (11234), Lazio (8403) e Campania (6578); viceversa, quelle più “scariche” sono Basilicata (721), Trentino – Alto Adige (615) e Molise (342). A livello territoriale, lo stock è distribuito per il 26% nel Centro Italia, per il 24% al Sud, per il 23% nel Nord Ovest, per il 15% nel Nord Est e per il restante 12% nelle Isole.

Categorie News

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