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Crisi globale, cresce il pessimismo tra le aziende: meno ricavi e nuove assunzioni

crisi globale

La crisi globale che si prospetta è sempre più percepita dalle aziende tanto che secondo l’ultimo International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale Grant Thornton, nei primi mesi dell’anno in Italia l’ottimismo economico è diminuito del 15% rispetto al 2021, in misura più marcata che nel resto del mondo (-6%). Con le aziende che prevedono la diminuzione di ricavi nei prossimi mesi.

Crisi globale, meno ricavi per le aziende

Partiamo proprio da qui: il 56% delle aziende italiane prevede una diminuzione dei ricavi, mentre il 44% si aspetta un aumento (nel 2011 era l’esatto contrario a dimostrazione di una crisi globale sempre più percepita. A livello generale, a pesare maggiormente come vincolo principale è l’incertezza economica (citata dal 63% del campione), a cui seguono i costi dell’energia (62%) e il costo del lavoro (57%). Il 59% delle aziende italiane di conseguenza, in linea con altre parti del mondo, non prevede di fare nuove assunzioni.

L’International Business Report (IBR) di Grant Thornton, viene effettuato a livello globale ascoltando i dirigenti di oltre 2500 imprese del mid-market. E così si registra un calo di ottimismo all’interno dell’aziende di tutto il mondo, scendendo dal 70% al 64%. Sebbene si tratti di un dato comunque alto rispetto ai livelli storici, le aziende sono consapevoli delle sfide che devono affrontare in questo particolare delicato momento di crisi globale.

Crisi globale, prevale il pessimismo anche in Italia

Un quadro di incertezza generale che, secondo Grant Thornton, riflette un clima di pessimismo sulle aspettative future delle imprese verso i fattori chiave della crescita economica quali fatturato, redditività e occupazione, che preannunciano un anno potenzialmente difficile per l’andamento del business. Per quanto riguarda la situazione italiana, l’ottimismo economico è sceso di 15 punti percentuali passando dal 63% del 2021 al 48% nel 2022.

Tra i settori più ottimisti spiccano quello Technology- media (il 71% degli operatori intervistati si è detto fiducioso sui prossimi 12 mesi), seguiti dal settore Banking con il 69% e dal Financial Services con il 68%, al contrario, tra i meno ottimisti i settori di Fornitura/utenze di elettricità, gas e acqua (lo è “solo” il 39% del comparto).

Crisi globale, si spera nel fattore esportazioni

Tutto questo comunque non sembra frenare i progetti di espansione a livello internazionale. Le previsioni sulle esportazioni, infatti, rimangono sorprendentemente forti in un contesto di indebolimento del commercio globale, il 34% delle aziende italiane si aspetta una crescita dell’esportazione, che a livello globale si attesta al 44%.

Allo stesso modo, il 42% prevede di aumentare sia le proprie entrate internazionali sia il numero di Paesi in cui estendere i propri affari, dato che nel in Italia rimane invariato al 2021 con il 33%. Sempre a livello globale il 58% delle aziende intervistate prevede un aumento delle entrate totali nei prossimi 12 mesi, mentre in Italia si arriva al 44% scendendo di 12 punti percentuali rispetto allo scorso anno (era al 56%).

Nonostante il periodo complesso e l’incertezza sul futuro, le aziende del mid market continuano a investire in tecnologia ancora una volta in cima alla lista con il 60% delle aziende che prevede di aumentare gli investimenti in quest’area nei prossimi 12 mesi, eguagliando il record stabilito lo scorso anno. Seguono gli investimenti in ricerca e sviluppo (55%) e competenze del personale (55%). In Italia in cima alla classifica degli investimenti troviamo il 44% nella Cybersecurity seguiti dal 41% nell’IT strategy.

Nuove strategie per rimanere in piedi

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Gabriele Labombarda

«La situazione geopolitica di incertezza che stiamo attraversando, il caro energia, la morsa dell’inflazione in aumento, incidono negativamente sull’ottimismo aziendale degli operatori, che ha visto un peggioramento su scala globale – commenta Gabriele Labombarda, Partner & IBC Director Bernoni Grant Thornton – Questo contesto mutato e mutevole impone alle imprese una approfondita revisione delle proprie strategie aziendali, che devono modernizzarsi (di qui il crescente investimento in tecnologia) e rendersi flessibili, per poter reagire tempestivamente alla volatilità dei fattori esterni. In questo clima molte aziende, anche italiane, guardano al futuro orientandosi all’espansione internazionale e puntando sempre più all’export, anche al fine di diversificare il rischio paese».

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