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Auto elettriche, batterie allo stato solido ancora lontane. I dubbi ambientali

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Le auto elettriche sono davvero la soluzione ai problemi di mobilità e di inquinamento? Nel corso degli ultimi anni sono numerosi i dubbi che si sono originati per tutta una serie di problematiche e di contraddizioni di questo modello destinato a diventare dominante con lo stop ai motori tradizionali. L’ultimo affondo arriva dall’intervista a Hiroaki Koda, a capo di una delle più grandi produttrici mondiali di batterie per auto. Al Financial Times ha dichiarato che le batterie allo stato solido, sulle quali il comparto puntava molto, non rappresenteranno il punto di svolta previsto dal mercato. Dunque le problematiche batterie a litio continueranno a dominare il mercato almeno per i prossimi 10 anni.

Auto elettriche, tra speranza e realtà

Negli ultimi anni, lo sviluppo delle batterie allo stato solido è stato annunciato come la tecnologia più promettente per risolvere i problemi delle batterie delle auto elettriche: il tempo di ricarica, l’autonomia e il rischio di incendi ed esplosioni. Le case automobilistiche hanno fatto ingenti investimenti nello sviluppo di batterie allo stato solido, più leggere e sicure delle attuali batterie: sostituiscono un elettrolita liquido con uno solido e utilizzano litio metallico all’anodo, invece della grafite come avviene nelle attuali batterie agli ioni di litio.

Honda spenderà 43 miliardi di yen (301 milioni di dollari) nel 2024 in uno dei suoi centri di ricerca per gestire una linea di produzione pilota, mentre Nissan prevede di produrre in serie le batterie entro il 2028. Volkswagen e Ford hanno investito nell’avviamento di batterie a stato solido, rispettivamente su QuantumScape e Solid Power. Questo tipo di batterie rimangono costose e difficili da produrre, costringendo le case automobilistiche a rimandare il loro lancio.

La società di ricerca Strategy Analytics prevede che l’implementazione di batterie a stato solido nelle auto elettriche sarà posticipata addirittura al 2030.  Toyota, che ha più di 1.000 brevetti registrati relativi alle batterie allo stato solido, ha rivelato un anno fa che voleva iniziare a vendere auto di questo dipo prima del 2025 nei modelli ibridi (e quindi non elettrici).

Svolta lontana

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Prime Planet, joint venture tra Toyota e Panasonic, attualmente produce batterie quadrate agli ioni di litio, metà delle quali sono utilizzate nei veicoli ibridi e plug-in di Toyota, mentre Panasonic fornisce batterie cilindriche più piccole per alimentare i veicoli elettrici di Tesla. «Le batterie allo stato solido sono lontane da rappresentare un punto di svolta – ha spiegato Koda, presidente di Prime Planet Energy & Solutions ed ex dirigente Toyota – una ragione è la difficoltà nello svilupparle e l’altra è la possibile espansione del potenziale delle batterie a litio»

Auto elettriche, la nuova generazione di batterie al litio

Più realistico pensare dunque al miglioramento degli attuali sistemi. Koda ha affermato che Prime Planet ha iniziato a sviluppare la prossima generazione di batterie agli ioni di litio a base liquida con Toyota e Panasonic. Prime Planet spera di implementare la tecnologia entro il 2025. Per competere meglio con i rivali più grandi come la cinese CATL e la LG Energy Solution della Corea del Sud, Koda ha ridotto i costi di produzione delle batterie impiegando le tecniche di produzione apprese in Toyota.

«Diventa fondamentale abbreviare i processi che portano allo sviluppo e alla produzione di batterie, questo consentirebbe all’azienda di rispondere più rapidamente alle esigenze delle case automobilistiche.  I risparmi sui costi sono imprescindibili per i produttori di batterie per rimanere competitivi a causa dell’alto costo dei metalli. I materiali rappresentano fino al 60% del costo di una batteria per veicoli elettrici e circa la metà proviene da risorse naturali come il litio».

Ad aprile, il governo ha affermato che il Giappone lavorerà per controllare il 20% del mercato globale delle batterie ricaricabili aumentando la capacità di produzione globale delle aziende giapponesi di quasi 10 volte entro il 2030. Con l’ascesa dei rivali cinesi e sudcoreani, la quota globale del Giappone per le batterie agli ioni di litio per autoveicoli si è dimezzata al 20% nel 2020 (nel 2015 era del 40%).

Auto elettriche, i dubbi ambientali

Non c’è solo questo nuovo ostacolo per lo sviluppo delle auto elettriche. C’è poi tutta la questione ambientale, tralasciando quella etica (le condizioni di sfruttamento per l’estrazione del litio). Siamo davvero sicuri che le auto elettriche siano ad impatto zero? Il 22 agosto l’Arpat toscana pubblicava un’analisi molto interessante:

Nelle fasi produttive delle auto elettriche l’energia necessaria proviene ancora per la maggiore da fonti non rinnovabili, mantenendo ancora alte le emissioni di anidride carbonica. Il passaggio all’elettrico non implicherà sostanziali miglioramenti. Adottando il criterio dal pozzo alla ruota, si scopre che le auto a corrente non sono poi così pulite come si potrebbe pensare: è infatti noto che più le batterie che le alimentano sono grandi, più elevata è la loro impronta carbonica”.

Una posizione questa ripresa anche da riviste specializzate e che aveva suscitato un certo clamore. Tanto che qualche giorno dopo c’è stato l’altrettanto clamoroso dietrofont, sostenendo l’esatto contrario: “Le auto elettriche aiutano a cambiare prospettiva: hanno efficienza energetica elevata, riducono i costi e abbattono le emissioni di CO₂. Un cambiamento che va adottato in maniera graduale e senza indugi. Ma questo percorso deve andare di pari passo con il cambiamento radicale dell’insieme di fonti energetiche utilizzate per la produzione di energia elettrica verso energie pulite e rinnovabili”.

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