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Ma quale posto fisso! 1 giovane su 6 vuole fare l’imprenditore: la ricerca di Skuola.net

posto fisso

Posto fisso? I giovani vogliono fare gli imprenditori. 1 neodiplomato su 6 vorrebbe aprire un’impresa mentre 1 su 4 aspira comunque al lavoro autonomo. Sono questi i sorprendenti risultati della ricerca “Dopo il diploma” condotta da Skuola.net in collaborazione con ELIS, realtà no profit di formazione. Sono tanti, infatti, gli studenti in uscita dal sistema scolastico che dichiarano di avere programmi davvero ambiziosi per il futuro

Altro che posto fisso

Su 600 neo diplomati intervistati, ben 1 su 6 vorrebbe presto calarsi nei panni dell’imprenditore, provando a costruire un’attività tutta sua. A cui va aggiunto un altro quarto (23%) che vorrebbe svolgere un lavoro autonomo, che se non è impresa in qualche modo gli somiglia. Insomma il mito del posto fisso sembra essere meno attraente di quanto non lo fosse per le generazioni precedenti: solo il 25% degli intervistati punta sulla sicurezza del posto fisso di un lavoro dipendente, mentre il restante 35% non ha ancora sciolto la riserva.

La tendenza imprenditoriale dei giovani comunque vede delle differenze di genere. Tra i maschi, infatti, la proporzione sale ulteriormente: oltre 1 su 5 è tentato da questo mondo. Mentre tra le ragazze ci si ferma al 15%, probabilmente perché queste ultime si sentono “frenate” dalle difficoltà che, più nel sentire comune che all’atto pratico, ancora oggi l’imprenditoria femminile registra nel nostro Paese.

Per ora è solo un’idea

Certo, per circa la metà degli aspiranti “capitani d’azienda” (46%) che non amano il posto fisso si tratta ancora di una intenzione non ancora suffragata da una visione concreta. Ma è comunque confortante constatare che oltre 1 su 2 ha già individuato un’idea vincente, su cui lavorare: il 42% la vorrebbe sviluppare in piena autonomia – una percentuale che tra i maschi sale al 47% – mentre il 12% l’ha pensata come qualcosa su cui operare in team. È interessante notare anche come la mentalità da startupper si stia sviluppando già in età scolare, perché in qualche caso la squadra si è formata da tempo e già sta pianificando i prossimi step.

posto fisso

Circa 1 su 6 vorrebbero già oggi essere orientati o avere suggerimenti sul mercato del lavoro da chi li ha preceduti, manager di realtà pubbliche e private consolidate. E, parallelamente, credono che una formazione ad hoc possa fare la differenza: tra chi ha proseguito gli studi all’università dopo la Maturità, ben 1 su 5 cambierebbe idea se ci fosse un corso professionalizzante o un percorso di affiancamento che gli permetta di bruciare le tappe.

Niente posto fisso ma prove da imprenditori

Non pensando al posto fisso ma a qualcosa di diverso, molti giovani si sono portati avanti sulla tabella di marcia con largo anticipo. Facendo delle “prove tecniche” di lavoro quando erano ancora tra i banchi di scuola, per toccare con mano cosa significa mettersi all’opera: il 27% le ha concentrate nei periodi di stop delle lezioni (vacanze estive, sosta natalizia, ecc.), il 23% le ha svolte anche durante l’anno scolastico. E se nella stragrande maggioranza dei casi (84%) si è trattato dei classici lavoretti (cameriere, baby sitter, ripetizioni, ecc.), un po’ fine a sé stessi, per qualcuno sono stati davvero dei piccoli passi nel mondo che li potrebbe attendere al varco molto presto.

Il 16% dei lavoratori precoci ha sfruttato proprio le nuove tecnologie, al centro dei percorsi di Open Innovation, applicandosi nei cosiddetti mestieri digitali. E, tra questi, oltre 1 su 3 vorrebbe che quell’attività si trasformi un domani nella propria occupazione principale.

I settori dove puntano i giovani

Quali sono i settori innovativi su cui i neo-diplomati che non amano il posto fisso hanno puntato maggiormente per incrementare il proprio reddito? Al primo posto troviamo l’e-commerce e, più in generale, la vendita di beni e servizi tramite siti web o social network (23%), a seguire si piazza l’influencer marketing e la creazione di contenuti sulle piattaforme digitali (21%), terzo posto per le operazioni fintech come il trading online o la compravendita di criptovalute (19%).

Meno presidiati, invece, i campi dello sviluppo e gestione di App o servizi online, dei social media (sia lato contenuti che marketing), dell’informazione online (web editor, blogger, ecc.): sono tutti e tre appaiati al 10%. A chiudere la classifica, gli e-sports e il gaming professionale, da cui ha ricavato una fonte di reddito il 7% di coloro che si sono cimentati con i mestieri innovativi già alle scuole superiori.

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