Industrie sempre più in fuga dall’Europa: nell’ultimo trimestre cala la domanda energetica ma non dipende certo solo dai risparmi messi in atto quanto dal fatto che molti impianti, specie quelli più energivori si sono fermati. Se ne è occupata l’agenzia Reuters in un approfondimento preoccupante per le sorti dell’industria europea.
Industrie, rischio delocalizzazione
“E mentre il minor consumo di energia aiuta l’Europa a superare la crisi innescata dalla guerra della Russia in Ucraina e dai tagli alle forniture di Mosca, dirigenti, economisti e gruppi industriali avvertono che la sua base industriale potrebbe finire gravemente indebolita se i costi energetici elevati persistessero. Le industrie ad alta intensità energetica, come l’alluminio, i fertilizzanti e i prodotti chimici, sono a rischio trasferimento permanente della produzione in luoghi in cui abbonda l’energia a basso costo, come gli Stati Uniti.
Anche se un ottobre insolitamente caldo e le proiezioni di un inverno mite hanno contribuito a far abbassare i prezzi , il gas naturale negli Stati Uniti costa ancora circa un quinto di quanto pagano le aziende in Europa. Molte aziende stanno semplicemente abbandonando la produzione, ha detto Patrick Lammers, membro del consiglio di amministrazione dell’utility E.ON. Ciò potrebbe portare alla deindustrializzazione dell’Europa molto rapidamente, ha aggiunto.