La nuova direttiva casa dell’Unione Europea per ora è rinviata a febbraio ma sta facendo preoccupare milioni di proprietari di prime case che si vedrebbero costretti nei prossimi anni a ristrutturare l’immobile non ritenuto più idoneo nella corsa green europea che vuole portare tutti gli edifici ad emissioni zero entro il 2050. E le dichiarazioni del relatore della direttiva, rilasciate al Sole 24 Ore, se dovevano servire a placare le preoccupazioni, forse sortiscono l’effetto opposto.
Direttiva casa, le parole di Cuffe
Ciarán Cuffe, relatore nel Parlamento europeo della proposta, cercando di smorzare quelle che vengono definite incomprensioni circolate in italia, dice:
La proposta di direttiva presentata dalla Commissione prevede che ciascun paese individui il 15% del parco immobiliare più inquinante (appartenente quindi alla classe G) e che ne migliori l’efficienza energetica. Nella nostra proposta, vogliamo che gli edifici con le peggiori prestazioni (cioè appartenenti alle classi G, F ed E), pubblici e non residenziali, raggiungano la classe D entro il 2030. Gli edifici residenziali e di edilizia sociale hanno tempo fino al 2033 o più per raggiungere questo obiettivo. Sono previste deroghe specifiche in caso di circostanze nazionali giustificate, come ad esempio una temporanea carenza di lavoratori, o nel caso in cui gli Stati membri vogliano adeguare i requisiti di prestazione energetica per alcune parti del patrimonio edilizio.
Direttiva casa, saranno gli Stati a decidere come applicarla
Il testo della direttiva casa prevede eccezioni: gli immobili storici, quelli protetti (…) secondo la legislazione nazionale, saranno esentati dalle ristrutturazioni. La stessa definizione di immobile storico sarà demandata ai singoli Paesi membri, e non intendiamo chiedere di abolire leggi che attualmente proteggono i centri storici. In ogni caso, i monumenti non sono coperti dalla direttiva. Pertanto, non sono previsti requisiti per i monumenti nazionali.

Ciascun paese sarà chiamato a mettere a punto il proprio piano nazionale di ristrutturazione degli immobili. In altre parole, l’intero processo sarà guidato dalle condizioni nazionali, e dipenderà dallo stock degli edifici, dalla disponibilità di materiali e di lavoratori